PUNTO DI INTERESSE 2 D | ERICA

PUNTO DI INTERESSE 2 D | ERICA

L'erica nella tradizione etnobotanica

La pianta è chiamata sull'isola scopa o stipa. Nella medicina popolare l'erica veniva impiegata per le sue proprietà diuretiche e antisettiche legate al contenuto di arbutina. Il decotto dei fiori era utilizzato nei casi di cistiti, soprattutto quelle dipendenti dalle prostatiti. Essendo ottima pianta mellifera, anche il miele di gusto amarognolo è ricercato proprio per le proprietà terapeutiche legate al contenuto di principi diuretici e antisettici.

Sin dall'antichità il suo legno era impiegato nelle carbonaie per produrre un ottimo carbone, assai resistente al calore per il grande contenuto di silicio nel fusto della pianta. Questo fattore permetteva un ottimo potere calorifico, importante soprattutto nei forni per la lavorazione del minerale di ferro e nelle forge dei fabbri. Particolare impiego, sempre per l'importante contenuto di silice nel suo legname, era quello del ciocco che si forma al livello del colletto: questi erano raccolti per la produzione di pipe pregiate il cui fornello risultava incombustibile e particolarmente ornamentale per le belle venature della radica di erica. Per lo stesso motivo decorativo le lamine della radica sono state impiegate dai mobilieri per la creazione di pregiate impiallacciature.

Essendo specie estremamente infiammabile nella chioma, i rametti e fusti secondari dell'erica arborea erano raccolti per realizzare fascine per accendere i forni. I rami e rametti erano intrecciati nella realizzazione di tettoie e barriere frangivento. Ancora i rametti legati insieme, soprattutto quelli eretti e lineari dell'Erica scoparia erano utilizzati per creare ramazze e rustiche scope. Gruppi di fascine di erica arborea erano impiegati nell'antichità come centine, quali basi d'appoggio della costruzione di archi e volte. Nei sotterranei del Forte Falcone a Poroferraio, nel calcestruzzo realizzato nel 1548 sotto la direzione dell'architetto Giovanni Camerini sono ancora perfettamente conservati alcuni rametti di erica arborea delle fascine usate come cassaforma al getto, rimasti da allora imprigionati e conservati nella calce.

(Antonello Marchese)